Manduria. Le mura ed il museo Terra dei Messapi

Manduria Le mura Terra dei Messapi

Manduria. Le mura ed il museo Terra dei Messapi

Il territorio di Manduria restituisce le più antiche attestazioni nella caverna dell’Erba e sulla specchia di Monte Magliano risalenti all’Eneolitico mentre un  ripostiglio di bronzi arcaici, conservati ora, in parte, al museo di  archeologico Taranto, fu rinvenuto nel 1872 alla masseria “Li Strazzati”.

Manduria- Le Tombe 1973

Manduria- Le Tombe 1973

 

La notizia più antica che abbiamo dalle fonti è quella relativa alla morte del re Archidamo di Sparta, alleato di Taranto, sotto le sue mura nel 338 a. C.. Questa data corrisponde al periodo di massima prosperità della città, come è provato dai ritrovamenti archeologici.

Il materiale che proviene dalle necropoli manduriane, infatti, costituito in massima parte da ceramica àpula e di Gnathia, oltre che dalle tipiche “trozzelle” messapiche, è databile per lo più al IV-III secolo e si trova esposto nel Museo “Manduria Terra di Messapi,  inaugurato nel settembre del 2017. Situato nell’ex Convento degli Agostiniani è sotto la tutela della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. Mentre nel parco delle Mura Messapiche si possono distinguere tre cerchie murarie, appartenenti a tre fasi diverse.

La più interna (lunga circa km 2) è formata da grossi blocchi irregolari posti per testa, e preceduta da un fossato. Successivamente, una seconda muraglia, costituita da blocchi molto più regolari, disposti alternativamente per testa e per taglio, venne a rinforzare la prima, di cui occupa in parte il fossato.

È probabile che questa seconda cinta si riferisca alla guerra contro Taranto e Archidamo. L’ultima cerchia, infine, la più imponente (5 m di spessore, 6 o 7 di altezza) è lunga più di 3 km. Anch’essa è preceduta da un fossato.

Quest’ultima fase delle fortificazioni sembra da attribuirsi al periodo della guerra annibalica.  Al di fuori delle mura, ai lati delle strade che escono dalle, sono apparsi numerosi gruppi di tombe scavate nella roccia databili tra il IV e il II sec. a. C. Merita menzione, inoltre, il cosiddetto “Fonte Pliniano”, identificabile forse con quello di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, situato in una vasta cavità carsica profondamente rimaneggiata in età antica.

 

Riferimenti bibliografici:

Archivio Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo

 

https://www.treccani.it/enciclopedia/manduria_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/

https://www.academia.edu/6144800/Forma_tipo_e_produzione_primi_risultati_dallo_studio_delle_trozzelle_di_Manduria

https://www.academia.edu/38777752/Analisi_Comparativa_tra_i_Siti_Messapici_di_Muro_Tenente_Manduria_e_Cavallino